È stata la mano di Dio

DATA 6 Dicembre 2021 - Antonio LUDOVICO

C’era molta attesa per l’ultimo film di Paolo Sorrentino, uno dei pochi registi nostrani apprezzati anche al di là dell’oceano. E, a dire il vero, la lunga attesa è stata premiata, grazie  a un’ opera autobiografica che spezza i cuori per delicatezza e toni pacati. Iil regista napoletano, infatti, riavvolge il nastro della sua vita, tra i suoi ricordi, la sua infanzia, la sua famiglia. Lo fa con tono deciso, senza infingimenti, rimarcando anche alcuni particolari pruriginosi che ne impreziosiscono il racconto. In mezzo le bellezze della sua città , il mare, le liti in famiglia, la morte dei genitori, l’acquisto di Maradona, le feste per la vittoria dello scudetto. C’è tanto Fellini in quest’opera matura di Sorrentino, tanti personaggi “felliniani”, in una magica combinazione tra sogno e visione, cinismo e disillusione, realtà e finzione. I ricordi si susseguono a cascata come parte di un film, tra visioni di un “monacello” e un gol di Maradona, tra la bellezza della zia Patrizia (una Luisa Ranieri a dir poco meravigliosa) e l’abilità della madre nel “gioco delle tre arance “(una Teresa Saponangelo da premio Oscar), tra le gite in barca e la “visione di Khassoggi” con una giovane escort. Non tutto è gioia per il giovane Fabietto Schisa (Filippo Scotti), il quale cresce con la passione per il cinema, pur “avendo visto al massimo tre o quattro film”, che si rivolge a un’autentica autorità come il maestro Capuano per avere consigli, che non si preoccupa del suo linguaggio sboccato e irriverente. Un film che emoziona, che cresce  man mano, che regala gioia, che conferma Sorrentino regista di statura mondiale sulla scia del suo grande maestro Fellini. 
In sintesi, un omaggio alla vita, alla sua bellezza, alle sue illusioni. 
Nel cast autentici maestri come Toni Servillo, Enzo De Caro, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo. 
Da vedere assolutamente. 
Voto: 8