A cuore scalzo
DATA 17 Febbraio 2022
Io cosa sia la Calabria non lo saprò spiegare mai, né a me né ad altri. So che qui gli alberi pregano con ardore, come forse solo in Africa può accadere. So che la storia ha dato e preso tesori, so che qui la storia dà sempre, nel bene e nel male, la scrivono gli altri o così pare a me. So che la Calabria fatica a riconoscere la sua identità ma, forse, come per tutte le cose, l'identità non è unica, è molteplice. E allora bisognerebbe dare spazio a chi? A chi ne rispetta la terra, il mare, i cristiani, i cani, i vicoli, i tetti, i marciapiedi, le strade, i laghi, i fiumi, le finestre a cui non si affaccia più nessuno, i morti ammazzati, il cielo. Quando torno in Calabria vivo sempre una trasformazione. Non la subisco, la scelgo e la indosso, ma richiede pazienza perché, ogni volta, rientrare nella mia pelle richiede aggiustamenti, è come se un sarto magico e invisibile mi prendesse le misure ogni volta. E ogni volta ho l'impressione che questi nuovi abiti in realtà non mi vestono, mi spogliano. Non indosso più i miei pensieri e finisco sempre col sentirmi più nuda. Qui io voglio camminare a cuore scalzo, dando ascolto alle “Istruzioni per il viandante” di Federica Nanci, vincitrice del concorso “Calabria in versi” 2021- sezione poesia.
“Cammina,
dimentica la porta di casa.
Non interrogare la pietra levigata dal vento
né la polvere del selciato:
muta è l’una, priva di suono l’altra.
Ascolta, solo,
il concerto della foglia scrocchiante,
l’orchestra del bosco,
il torrente spumoso,
il silenzio dell’errante.
Respirami
nel profumo rosa delle sere d’inverno,
nell’odore giallo del mattino d’estate,
cammina
sotto questo cielo glauco:
sei nella vena cava del mio cuore,
il luogo del telaio.
Nella penombra del grembo t’ho tessuto,
nel bosco della magara portentosa,
nella macchia del brigante fuggiasco.
Cerca il tuo segreto
nell’eremo del santo,
nel rifugio dell’esule,
nella miniera del poeta.
Non sostare se non sei stanco: l ’ardore – ti dico – è mare notturno, soltanto,
per la carne sfiancata”.
Se tu Doris non sai darti risposte e cerchi riparo nei versi di Federica, io con un passo lento e una penna giocosa, non posso che chiedere ad aprile, tra fraseggi e racconti, di farsi portinaio di un palazzo polifonico. Posso interrogarlo come si fa con i suoni del creato. Posso pregarlo di traghettare pezzi d’anima e storie, verso un mosaico itinerante. Perché è vero, la Calabria più che donare certezze pone quesiti e allora vale la pena che a narrarla siano tante voci increspate d’inchiostro. Una rima, un finale dolce, profondo, amaro basterà per immaginarsi cercatori di un Eden imperfetto. Con le scarpe impastate di fango, leggerezza, stupore, indugiando sull’ uscio o scordandone le fattezze. Basterà per essere tutti fogli e figli di un grembo gravido di natura e per natura. Di un destino livido e purissimo di cui amplificare l’essenza.
Doris Bellomusto, Roberta Cricelli Associazione Culturale “Calabria Contatto”
https://www.calabriacontatto.it/
Via De Gasperi, 7 - 88100 Catanzaro