Amori difficili
DATA 28 Gennaio 2022
Dove mi porti tu?
Quando penso alla mia terra, penso alle sue strade. Le strade hanno sempre qualcosa da raccontare, le strade difficili chiedono ascolto paziente. Questa estate sono stata a Madonna del Monte, nel parco del Pollino e la strada mi ha ricordato che amare non è mai facile, richiede attenzione continua, presenza e pazienza. Io sono sempre in debito. Mi distraggo, mi assento, mi spazientisco. Però fioriscono lo stesso i miei amori, perché i fiori possono essere anche spinosi. Claudio ha sofferto le curve e ha vomitato l'anima, io, ancora una volta, ho pensato che non posso proteggerlo davvero da niente; una consapevolezza che mi accompagna da sempre. Non so pregare, non ho religione, non credo in niente che non sia verificabile, non ho fede, ma oggi quando sono entrata in quella chiesetta minuscola, il mio cuore di madre e donna ha tremato di commozione. Ho pensato a quanto è difficile darsi, dare l'anima a chi ci ama, accettare che l'amore ci esponga al dolore, che i legami siano sempre imperfetti e fragili, che il cuore degli altri assomigli a questo posto, difficile da raggiungere, segreto e intimo, eppure scoperto come il seno della Madonna lignea, conservata in una chiesa tanto piccola che basta un solo passo per sentire addosso l’abbraccio del tempo che vi si deposita da secoli. La mia strada e la tua scorrono parallele come binari, ma scrivere è mettersi in viaggio insieme. Dove mi porti tu,Roberta? È come se quella di Doris, fosse una voce lontana eppure vicinissima. Sento le sue preghiere laiche di madre, di donna che in Calabria ritorna e continua a percorrerla. Ha disvelato un angolo della nostra terra a me, che la fede la ho e vorrei bastasse a preservare gli anfratti sacri e profani di una casa comune. Sento di volerla condurre verso la Torre Cavallara di Catanzaro, un fortino del XVII secolo che odora di invasioni saracene, cavalli da abbeverare e che, per molti anni, ha visto generazioni arrampicarsi a una rocca misteriosa, giocare ignara tra le tracce della storia. Mi pare di vederli mio padre, mia madre e i loro compagni, prendere il posto delle sentinelle che per centinaia di albe hanno abbracciato con lo sguardo il Golfo di Squillace, il monte Tiriolo, l’ombra del capoluogo, l’eco dei Bizantini, la gloria dell’antica Scolacium e dei borghi medievali. Forse non è un caso,se la popolazione reale e virtuale che ha tenuto stretto a sé questo diamante a grezzo per sei mesi durante lo scorso anno, sia annoverabile tra gli “Amici della Torre Cavallara”. Perché un amico è così che fa: una volta captate le nostre mille sfaccettature, le apprezza, le protegge, mette a posto le crepe, ci presenta ad altri suoi amici. Vede in noi qualità che nemmeno pensavamo di possedere. Allora succede che un cordone di associazioni e di cittadini mette la firma affinché una torre di avvistamento diventi quella più “coccolata” dello stivale. Succede che 3.919 anime ci credono e la portano a essere il secondo luogo calabro più amato, il 106esimo granello tra le 39.500 gemme d’Italia. Una targa, adesso, attesta ciò che le radici già sapevano. Quello è un Luogo del Cuore, di nome e di Fa(tto)I!
Vedi Doris, allora, che una cappella non è poi così diversa da un torrione o da una pietra levigata dal tempo e che viaggiare su un doppio o multiplo tracciato, ci porta nella stessa direzione a qualsiasi latitudine?
Cosa fa la differenza? L’impegno civile o la sensibilità istituzionale? La resistenza o la lungimiranza?
Forse entrambe le cose, l’una motore, l’altra cemento.
Doris Bellomusto, Roberta Cricelli Associazione Culturale “Calabria Contatto”
https://www.calabriacontatto.it/
Via De Gasperi, 7 - 88100 Catanzaro