Ariaferma
DATA 21 Novembre 2021
Ariaferma
Il vecchio carcere ottocentesco di San Sebastiano di Sassari è il protagonista dell’ultima pellicola del lungometraggio del regista ischitano Leonardo Di Costanzo. E infatti, un carcere oramai dismesso rimane operativo con soli dodici detenuti in attesa di trasferimento. Questo il tema di un film che non vuole essere - così come ha rimarcato più volte l’autore - una fotografia dello stato di salute delle carceri italiane, ma che pone l’accento sull’utilità dell’intero sistema carcerario. Un racconto claustrofobico, che macina lentamente il suo dispiegarsi, che accenna a un piccolo moto di ribellione, che scava a fondo e pone riflessioni e che divide con nettezza i ruoli, quelli delle guardie rispetto a quelli dei detenuti, nell’evolversi di una convivenza che potrebbe dare buoni frutti, se concepita in modo diverso. Per tratteggiare il volto impassibile dell’ispettore delle guardie carcerarie, Di Costanzo si è affidato a un maestro come Toni Servillo (impeccabile come sempre), mentre Silvio Orlando è la faccia pulita o, meglio, quella più pacata e istruita del detenuto modello, di colui che sa parlare bene, sa riflettere e sa anche cucinare alla bisogna, senza dimenticare la figura ruvida e severa di Fabrizio Ferracane nei panni di una guardia inflessibile. Un film che penetra nell’animo umano, che svolge un ruolo indagatore di sentimenti, che mette a nudo ruoli e circostanze, dove si conversa molto, si prendono decisioni in comune, si discute con pacatezza, si è sé stessi senza infingimenti. Accompagnato da una magnifica colonna sonora a cura di Pasquale Scialo’- con un ritmo percussivo tipico dei film gialli - il racconto di Ariaferma scivola via tra spazi definiti e l’illusione di un trasferimento (che non avverrà mai), nel lento passare dei giorni sempre uguali e ripetitivi, esattamente come una micro società ricca di umanità e sentimenti.
Voto: 7
Associazione Culturale Darvin.eu
Via De Gasperi, 7 - 88100 Catanzaro