CAOS OF GUCCI
DATA 10 Gennaio 2022
Odiato, amato, lodato o aspramente criticato il nuovo film del “sempreverde” ottantaquattrenne Sir Ridley Scott, “House of Gucci”; è arrivato nelle sale italiane nel periodo natalizio e, da subito, ha suscitato grande clamore di pubblico e critica. Il film ripercorre i trent'anni di relazione tra Maurizio Gucci, rampollo della casa di moda italiana e Patrizia Reggiani, figlia di un autotrasportatore emiliano, ed è tratto dal romanzo omonimo di Sara Gay Forden. La pellicola è essenzialmente un percorso a tappe che parte dal 1970, passando dal matrimonio della coppia, e ci mostra l’ascesa nell’azienda di famiglia del giovane avvocato Maurizio per arrivane poi al suo tragico epilogo nel 1995. La trepidante attesa, dietro il nuovo lavoro di uno dei registi più amati dell’universo cinematografico, ha creato, anche grazie al cast stellare composto da Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto, Adam Driver, Lady Gaga e Salma Hayek, molte aspettative che, purtroppo, sono state disattese. Lodevole l'interpretazione di Al Pacino nel ruolo di Aldo Gucci, zio di Maurizio e reale pioniere della costruzione del marchio nel mondo, ma grande merito va dato anche a Lady Gaga, che si cala perfettamente nel ruolo di una Patrizia Reggiani seducente, arrivista e consapevole di ciò che deve fare per raggiungere la vetta; una donna descritta con una personalità dominante che in molte situazioni è stata la fortuna di Maurizio, salvo poi diventarne la carnefice. La presenza della popstar americana spesso compensa un Adam Driver spento, una brutta copia del grande attore che noi tutti conosciamo, ma che comunque ci sentiamo di salvare in questa disamina. La nota più dolente forse in questo caso è rappresentata da Paolo Gucci, interpretato da Jared Leto. Una maschera surreale ed esagerata quella portata in scena per rappresentare il personaggio di Paolo, troppo sopra le righe, irritante e fine a se stesso che dà prova di non essere entrato in sintonia con la parte. Il regista prova a ricostruire una vicenda sicuramente controversa, cerca di mettere in scena i fatti con molta cura e perizia nelle ambientazioni e nella scenografia, ma la pellicola manca di forza narrativa. I salti tra le numerosissime location del film, Roma, Milano, Firenze, Sant Moritz, disorientano lo spettatore e lo estraniano dalla storia. Il film è per troppi tratti lento, stanco e quasi senza espedienti utili alla trama. I dialoghi sono prolissi e alcune scene superflue tendono ad abbattere un ritmo che, per la prima parte, ha un buon piglio ma, via via, va perdendosi inesorabilmente. La messa in scena macchiettistica da dietro la macchina da presa è surreale. La famiglia italiana dei Gucci è rappresentata con i soliti stereotipi che spesso risultano insopportabili, vengono portati alla visione dello spettatore troppe maschere e pochi volti, che risultano essere anche distanti anni luce dalla realtà. Il film è mediocre troppe cose lasciate al caso e troppo poca chiarezza nella descrizione giudiziaria. Ci auguriamo possa essere un semplice passo falso per Ridley, capitato tra un buon, ma incompreso, film come The Last Duel e un, speriamo, grande biopic quale potrebbe essere Kitbag, in uscita ormai nel 2023.
Voto 5.5
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