IL TRAPIANTO DI CORNEA E L’IMPORTANZA DI DONARE GLI ORGANI
DATA 1 Dicembre 2021
La cornea è un lamella di tessuto a forma semiellittica, trasparente, dallo spessore sottilissimo (poco più di mezzo millimetro), situata al davanti dell'iride il cui colore, determinato geneticamente, è responsabile di uno dei caratteri fisionomici più importanti dell'occhio. La sua funzione, condivisa insieme al cristallino, è quella di far convergere le immagini provenienti dall'infinito all'interno dell’occhio, dove vengono messe a fuoco su un’area ben precisa della retina (la macula), così come fa l'obiettivo di una macchina fotografica. Quando la cornea perde le sue proprietà di regolarità e/o trasparenza, le immagini sono percepite in modo alterate in quanto non possono essere messe a fuoco correttamente sulla retina.
Questo può avvenire per diverse cause che determinano un’opacità o distorsione del tessuto, quali:
• Esiti cicatriziali di processi infettivi oppure da ferite perforanti, o da traumi termici e chimici;
• Patologie corneali congenite, come le distrofie ereditarie
• Patologie degenerative, come il cheratocono.
Il trapianto rappresenta dunque la principale indicazione, in tutte quelle patologie della cornea che riducono, in modo invalidante e permanente, l’acutezza visiva. E’ una procedura chirurgica che comporta la sostituzione del tessuto corneale patologico con un tessuto corneale sano, ottenuto da un donatore non in vita. Attualmente, nel mondo, si eseguono circa più di 100.000 trapianti di cornea all’anno. Si tratta di un intervento chirurgico sicuro e associato a un basso tasso di morbilità. Le liste di attesa e, dunque, le possibilità di trapianto, sono collegate all’attività delle Banche degli Occhi che sono presenti in molte nostre regioni.
Il trapianto di cornea differisce rispetto ad altri tipi di trapianto. La cornea non è vascolarizzata per cui non ci sono congiunzioni sanguigne o linfatiche da ripristinare e ciò comporta un minor rischio di rigetto e un'elevata compatibilità tra i vari donatori e riceventi. Grazie a queste caratteristiche, i pazienti che si sottopongono al trapianto non devono effettuare terapia immunosoppressiva, con probabilità di successo potenzialmente molto elevate, soprattutto in caso di cheratocono o di altre patologie che non presentano una neovascolarizzazione corneale.
La Cheratoplastica Perforante (PKP) è la prima tecnica adottata fin dai primi anni ‘50 ed è ancora oggi quella più diffusa al mondo. Consiste nella sostituzione, a tutto spessore, della porzione centrale di una cornea danneggiata (di circa 8 mm di diametro), con un lembo corneale sano e trasparente proveniente da un donatore.
Spesso, nel post-operatorio può residuare un astigmatismo correggibile, dopo la rimozione della sutura, con trattamento laser (a femtosecondi e/o ad eccimeri). Il recupero visivo può essere più o meno rapido e i risultati possono essere ottimi.
Quando sussistono i presupposti, oggi si ricorre anche alle nuove tecniche di Cheratoplastica Lamellare, in cui si sostituiscono solo alcuni strati della cornea opacizzata o danneggiata, con altri equivalenti prelevati da un donatore, al fine di lasciare in sede il rimanente tessuto corneale sano. A seconda che venga rimossa, in modo selettivo, la porzione anteriore o posteriore del tessuto corneale, si possono distinguere due principali tecniche di Cheratoplastica Lamellare: la Cheratoplastica Lamellare Anteriore e la Cheratoplastica Lamellare Posteriore o Endoteliale.
Le nuove tecniche lamellari possono essere utilizzate nel trattamento delle più comuni malattie della cornea (cheratocono, le distrofie corneali, le opacità corneali da infezioni o traumi), consentendo di ottenere gli stessi risultati del trapianto a tutto spessore, ma con una ripresa molto più rapida e minori complicanze, soprattutto per una maggiore riduzione del rischio di rigetto immunologico che può essere un evento reversibile anche se, a volte, richiede l’effettuazione di un nuovo trapianto.
Il rigetto, inizialmente si manifesta con sintomi molto lievi, quali annebbiamento visivo, lieve fastidio alla luce (fotofobia) e leggero arrossamento della congiuntiva. Se questi sintomi continuano o tendono al peggioramento nell'arco di alcuni giorni, è importante recarsi immediatamente dal proprio oculista, perché la tempestività con cui viene iniziata la terapia è fondamentale nell'evitare danni irreversibili.
In Italia la disponibilità di un lembo corneale è elevata, per cui l'attesa per il trapianto è generalmente contenuta. Le procedure di espianto sono affidate alla Banca degli Occhi, strutture regionali controllate dal Ministero della Salute, che si occupano anche della selezione dei Donatori e della conservazione ottimale del lembo donato.
Il trapianto di cornea può ridare la vista a persone affette da gravi malattie oculari, migliorando sensibilmente la qualità della vita. Talora altre tipologie di trapianti possono invece rappresentare l’unica speranza di vita. Ecco perché donare i propri organi è un atto volontario di grande importanza, un’azione che supera determinati concetti di genere, razza o religione, perché di grande prodigalità e di grande valore morale e civico.
Spesso l’idea di essere trattati come un oggetto che si può smontare a piacimento, provoca nelle persone una paura immotivata. A chi dona, non viene privato o sottratto nulla ma allo stesso tempo, si dà a un altro essere umano, l’opportunità di continuare a vivere dignitosamente.
Insieme con il dottor Fabio Melandro, collega che si occupa di chirurgia epatobiliare e trapianto di fegato presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana, abbiamo concordato sulla necessità di promuovere e affermare il valore della donazione d’organo, come dovere civico ed etico, dedicando alcuni spazi informativi all’interno della nostra trasmissione “Occhio non vede, Cuore non duole”.
Maurizio Quattromani
Via De Gasperi, 7 - 88100 Catanzaro