"JAMES WAN E LA STREGA MALIGNANT "

DATA 22 Settembre 2021 - Mattia CANINO

JAMES WAN E LA STREGA MALIGNAT

di Nicolo' Vito Gallello

Lo scorso due settembre è arrivata nelle sale l'ultima fatica di genere Horror di un regista mai domo di sperimentare, stiamo parlando di Malignant e del regista malese, naturalizzato australiano, James Wan. Il film in questione segna il ritorno alla regia di un film horror di un regista che, nel tempo, ci ha saputo deliziare e far saltare dalle comode poltrone dei cinema con pellicole come Saw, Insidious e the Conjuring e che, altresì, è stato produttore esecutivo di oscenità vere e proprie. La trama semplice, lineare e mai confusionaria vede la nostra protagonista Emily May aka Annabelle Walis vivere in una casa assieme al compagno violento; tutto sembra, sin dall’inizio strano, un ambiente tossico che rende tossici i nostri protagonisti. Una delle solite liti tra i due, porta il marito a spingerla con forza, facendo sbattere Emily contro il muro e, a causa del colpo subito, la giovane donna incinta perde i sensi e, al suo risveglio, trova il marito brutalmente ucciso da una strana presenza che girovaga per casa, finché i fatti la portano prima a perdere la bambina che porta in grembo e, successivamente, a subire angherie da parte di questa presenza, fino al meraviglioso finale che vede il ritmo salire pian piano, arrivando al climax di violenza e brutale cattiveria. Con questa sua ultima opera, il buon Wan strizza l’occhio a quelli che, presumibilmente, sono i suoi ispiratori e maestri del genere, ben più grandi di lui, quali Dario Argento, Lucio Fulci e Mario Bava. Naturalmente non vi è né motivo né intenzione di accostare maestri del cinema, come i tre sopra citati, con il buon James, il quale però decisamente non sfigura nel volerli richiamare e, in un certo senso, onorare, cercando di rappresentarli nel suo lavoro. Proprio di questo si parla guardando e valutando con attenzione la sua ultima fatica registica, c’è tutto l’amore per il cinema di genere Italiano: l’uso delle luci e della musica richiamano forte l’eco di Argento. Con Malignant abbiamo il ritorno della James Wan maniera, una regia chiara, senza troppe esagerazioni che dà seguito a una sceneggiatura forse a tratti banale, ma del resto il genere horror non vive certo di storie particolarmente articolate, che però non ha mai cadute di tono o di stile. La ricerca della storia e lo sfociare nella brutale e naturale violenza dell’ultima parte del film, lo rendono accattivante, mai lento e mai banale. Ancora una volta Wan rende, il vilain di questa pellicola, tale Gabriel, icona. La scelta della sua rappresentazione con lunghi capelli neri a coprirne il volto e un lungo cappotto a celarne parzialmente la fisionomia, fa di questo cattivo, a metà tra il sacro e il profano, l’ennesimo colpo di genio di un regista che ha saputo regalare in passato vere e proprie perle rare. Le modalità dei diversi brutali omicidi perpetrati da Gabriel, grazie a un pugnale dai tratti quasi mistici, sembrano riportare alla mente sacrifici religiosi compiuti per avere il favore degli dei nei tempi antichi. Decisamente un film horror atipico per i giorni nostri, sono pochissime le trovate divenute ormai cliché come gli Scare jump, lo stesso regista ha dichiarato di non aver voluto sfruttare i mezzi della messa in scena del cinema horror moderno, troppo abusati, per dare spazio alla storia e alla violenza. Ancora una volta, James Wan da bravo equilibrista, cammina su una parallela che lo vede oscillare tra l’esoterismo e la scienza; il confine, raccontato anche nelle sue opere precedenti, è spesso labile e fa prevalere il regno dell’incertezza. Si tratta di un ritorno in grande stile. Non un è stato un successo al botteghino, non solo per la pandemia in atto, ma per lo scarso interesse per il genere in questione e per il fatto che Chang Chi sia uscito in concomitanza. Un vero peccato, perché questo horror tocca molteplici generi, dal thriller, passando per il gore, sino allo splatter più crudele, con curata e pesata attenzione. Da vedere: non è un capolavoro ma varrà sicuramente di più di ognuno dei dieci anelli, indossati dal protagonista del film Marvel. 

Voto 7.  

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