La fragilità dei palindromi
DATA 6 Febbraio 2022
Marcostefano Gallo, La fragilità dei palindromi, Ferrari Editore, 2018, pp.260
Mongrassano, piccolo borgo di Calabria, attende, come ogni anno, la festa patronale di Sant’Anna. In questo hic et nunc vivono, agiscono, amano, si muovono e (a volte si commuovono) persone- personaggi. Tra protagonisti e comparse va in scena la commedia della quotidianità, che la narrazione, lenta o concitata, trasforma di volta in volta in dramma o tragedia, tra i palindromi di una vita solo all’apparenza uguale e monotona. È la fragilità dell’esistenza di chi vive in un borgo del Sud, tanto vero quanto fantastico. Luci e ombre si alternano in un chiaroscuro che fa spazio alle mille sfumature. Anime che agiscono in una cornice di apparente equilibrio: basta poco per creare scompiglio e agitazione. Storie in bilico tra pensieri e parole, tra detto e non detto, tra sogno e realtà. Niente è più prezioso di ciò che sembra fragile: da maneggiare con cura, da custodire con cura, da utilizzare con cura. Niente appare più misterioso e affascinante dell’universo umano, micro-macrocosmo nel quale si vela, si svela o si rivela la sostanza e l’essenza di tutti e di ciascuno. Niente risulta più affascinante della conoscenza “vera”, che va oltre, in alto o in profondità tra le pieghe e le piaghe della vita. Marcostefano Gallo canta e incanta con una narrazione che procede a ritmo alternante, tra realtà e fantasia. Una lettura che cattura e, andando oltre il facile pregiudizio su tipi e situazioni, evita di cadere nella banalità del già detto e del già narrato. L’autore descrive con cura i moti della mente e del cuore che caratterizzano i protagonisti. Dischiude tante storie all’interno di una storia, che tutte le avvolge e le comprende, spaccato di un mondo e di un tempo che, forse, non è poi così distante!
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