Per Elisa
DATA 6 Giugno 2022
Cosa si impara in Calabria?
A stare, come stanno gli alberi della Sila, come sta il mare, come stanno gli scheletri delle case mai finite, come stanno i rifiuti in mezzo alle strade, come stanno i panni stesi ad asciugare, come stanno le fontane senza l'acqua. Si impara a subire. O forse no? Forse si impara a spegnere gli incendi accendendo i fuochi buoni della resistenza; si impara a vendere i libri a domicilio, anche se il domicilio è un ombrellone; si impara a organizzare un concorso che restituisca a questa terra uno sguardo limpido sulla sua identità perduta (o mancata); si impara che la musica e i libri possono restituire il senso dell'appartenenza a una comunità; si impara a dare spazio ai bambini, a chi suona, a chi scrive, a chi legge, a chi si incanta davanti allo Jonio, davanti al Tirreno, sul Pollino, in Aspromonte, in Sila, a Tiriolo, a Fagnano, a Catanzaro, a Cosenza, a Joggi, a Riace, a Badolato, ovunque ci sia spazio per la bellezza.
Cosa si impara, si domanda Doris e io ributto la moneta nel pozzo dei desideri e rilancio il quesito chiedendomi cosa ci insegni o come ci segni la traccia di chi in Calabria rimane.
Mi interrogo, immaginando una donna di sangue calabro, che nel capoluogo abbia scelto di restare, come essere umano, professionista e madre.
Immagino che lo faccia vestendo i panni di un mestiere denso di parole, nozioni, voti e carezze.
La ascolto nei pensieri, far vibrare la voce sulle onde radio per cullare la letteratura.
Mi pare di vederla, mentre tappezza di volumi le viuzze di un territorio arroccato sulle montagne e solcato dal mare.
Lo fa, leggendo all'alba e al tramonto o nell'intermezzo di fatiche quotidiane.
Lo fa, perché dice e crede da sempre che, per salvarci, la bellezza abbia bisogno di un salvatore, di una rete di protezione locale, nazionale, globale.
In genere e non di genere. Di gente non per forza vincente ma pensante.
Che sa fare delle ferite feritoie, delle parole viaggi di sfumatura varia, fuori e dentro una testa che intrappola testi e tasti emozionali.
Io immagino una donna con questo volto e mi ricordo che per fortuna (della Calabria tutta), esiste già.
Per incamminarsi le bastano un libro e un ciak.
Doris Bellomusto, Roberta Cricelli Associazione Culturale “Calabria Contatto”.
https://www.calabriacontatto.it/
Via De Gasperi, 7 - 88100 Catanzaro